Finiti i giorni della burocrazia, intensi e
fitti di ansie varie, di nuovo viene il tempo dell'attesa. Meno 21 alla
partenza per Auckland. Ma Lima non andava bene per noi che abbiamo bisogno di
silenzio e natura intorno. E tornare a Ollantaytambo non era possibile: a parte
la noia di rifare per la terza volta lo stesso tragitto, semplicemente, non ce
lo potevamo permettere in vista del viaggio che ci aspetta. E dove potevamo
andare? C'era da ricominciare tutto da capo: la ricerca di una stanza a prezzi
“peruviani”, di un lavoro, di un negozio di fiducia per la spesa...
Ed ecco l'idea: se non è la montagna, che sia
al mare! Ma non a Talara, in mezzo alle petroliere. Avevamo più volte sentito
parlare di una località chiamata Mancora, sulla costa a nord del Perù: un
paradiso per surfisti, turisti e viaggiatori d'ogni provenienza. Perché no?
Perché non una casetta sulla spiaggia? Perché non un lavoretto semplice in un
luogo in cui i turisti stranieri lasciano volentieri laute mance?
Detto, fatto. Trovata la stanza, nuova e
pitturata di fresco, in un villaggio turistico deserto e non ancora aperto al
pubblico. Trovato anche il lavoro in un hotel di lusso sulla spiaggia che ha
aperto dieci giorni fa. A dir la verità è Laura che sta lavorando: a me
volevano mettermi in cucina un'altra volta, volevano che gli avviassi
l'attività con pranzi e cene dai menù italiani. Ma non esageriamo adesso, non
mettiamoci nei guai. E poi siamo ad agosto, é tempo di vacanze!
p.s.
Visto concesso!
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