lunedì 19 novembre 2012

La giustizia fa il suo corso, noi cambiamo casa

La nostra nuova casa
Il nostro uomo è a casa su cauzione, con il divieto di affittare la stanza ad altri e di avvicinarsi a me o a Laura. Altrimenti lo mettono dentro. Tra qualche giorno ci sarà una nuova udienza, nella quale si dovrebbe decidere qualcosa di definitivo. Il sergente Weston e il servizio di assistenza alle vittime ci tengono costantemente informati sugli sviluppi e restano a nostra disposizione. Noi nel frattempo abbiamo raccontato gli eventi tante di quelle volte che ormai ci ridiamo su, soprattutto quando arriviamo ai particolari più scabrosi.

Abbiamo lasciato casa di Dennis e Terry, a malincuore. Era un piacere per me uscire la mattina per andare al lavoro, attraversare il quartiere silenzioso e deserto scendendo la collina con la bici senza bisogno di pedalare (anche se al ritorno erano dolori). E con la musica nelle orecchie scorrere tra i vialetti, le ampie vetrate dei salotti, le barche a riposo sui loro rimorchi. Sullo sfondo: il “grande lago”, mia meta quotidiana.
Ora viviamo in un quartiere decisamente più popolare. Ci siamo trasferiti a casa di Charles, collega di Laura, e del suo compagno Chris. E con noi ci sono anche il gatto Bob e il cane Dylan. Paghiamo un affitto molto ragionevole per la nostra stanza e per il momento ci troviamo bene: speriamo sia la volta buona. Di sicuro mangiamo ogni giorno cose squisite: si cucina una sera noi e una sera loro e Chris è davvero bravo. È il primo straniero che abbia incontrato in grado di cucinare una pasta come si deve. Come un italiano vero, direbbe Cutugno. Io invece faccio quello che posso, tra pizze e scaloppine e risotti. Diciamo che per il momento non ho bruciato quasi niente.

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