Atterriamo a Singapore alle sette di
sera, ora di cena. Il che è perfetto, dato che siamo affamati e che
abbiamo un'ora di tempo libero. Un'ora per aspettare che un altro
volo, proveniente da Kathmandu, atterri. Chiamiamole coincidenze.
Tra un'ora incontreremo Tomi e Tei, una
coppia di finlandesi al rientro di uno dei loro numerosissimi viaggi.
Abitano a Singapore, sono scienziati informatici e lavorano per
l'Università Statale. Cos'hanno a che fare con noi? Coincidenze. E
la disposizione all'incontro di cui si gode quando si viaggia o si
vive lontano da casa.
Wanaka, Nuova Zelanda. Una
coppia varca la soglia del Francesca's Italian Kitchen, il miglior
ristorante in città. Chiedono un tavolo, ma non hanno prenotato e
devono accontentarsi di sedere al banco. Ordinano antipasti misti e
una pizza al barista Zack, un americano del Colorado. Accanto a loro
c'è una cameriera gentile, dal forte accento italiano, che trascrive
l'ordine per trasmetterlo alla cucina. Mentre trascrive nota che
l'uomo sa quello che dice: dice “Bruschetta”, non “Bruscedah”,
come le capita di sentire ogni giorno. Così la cameriera italiana si
avvicina al barista del Colorado e dice sottovoce: “Scommettiamo
che sono italiani?” Perde la scommessa. Viene fuori che i due sono
finlandesi e tutti insieme si fanno una bella risata.
Due giorni dopo i due tornano al
Francesca's. Questa volta hanno prenotato e si godono il tavolo fino
a chiusura. Verso le undici rimangono gli unici avventori in sala. La
cameriera italiana è stanca, vuole andare a casa e si avvicina per
chiedere se vogliono ordinare altro. I due sono sazi, ma fanno
volentieri due chiacchiere sui soliti argomenti noti ai viaggiatori:
da quanto tempo sei qui, dove sei stato prima, dove andrai dopo. La
cameriera dice che la sua prossima tappa è Singapore, ed ecco la
prima coincidenza: i due a Singapore ci vivono, e la invitano a stare
a casa loro. (Col suo compagno di viaggio, s'intende!)
Così eccoci in attesa della prossima
coincidenza: i due finlandesi tornano proprio oggi da un viaggio in
Nepal, proprio un'ora dopo il nostro arrivo. Laura fa le
presentazioni: “Tei, Tomi, Andrea.” “Nice to meet you!”
Insieme prendiamo un taxi. Tomi è un
fiume in piena di entusiasmo e informazioni, e lungo il tragitto ci
racconta qualche aneddoto su Singapore. Ingaggia anche una disputa
col taxista riguardo al raggio d'estensione della Città: “40 Km”
dice Tomi “Sono almeno 60!” dice l'altro.
Quando arriviamo a casa loro rimango a
bocca aperta. È un appartamento ultra-moderno, in un complesso
residenziale nuovo di zecca dal nome “Reflections”, le cui
palazzine si riflettono, appunto, in una serie di fontane: vasche di
vetro incastonate tra giardini curatissimi, illuminate durante la
notte da luci colorate. Vi sono guardie armate all'ingresso, eserciti
di giardinieri continuamente all'opera, due piscine e una palestra.
Cancelli, ascensori e porta di casa si aprono e si chiudono grazie ad
un'unica chiave elettronica. All'interno dell'appartamento tutto è
bianco e lucido e funzionale, compresa la cucina a scomparsa (se non
me l'avessero mostrata non sarei stato in grado di trovarla).
L'ufficio di Tomi, per così dire, è una chaise long di pelle
nera in fondo alla quale, dalla parte dei piedi, c'è il monitor di
un computer dotato di mouse a tastiera senza fili.
Il tour della casa continua. Ci
mostrano la nostra stanza e il nostro bagno.
“C'è anche il rifugio anti-bomba”
dice Tomi mostrandomi lo sgabuzzino.
“Come scusa?” dico io, convinto di
aver capito male.
Me lo ripete. Ha detto proprio
“anti-bomba”. Mi fa notare la porta d'acciaio rinforzato, i muri
spessi e la presa d'aria con relativa protezione d'acciaio.
“E cosa ve ne fate di un rifugio
anti-bomba?” chiedo, dato che non mi risulta che Singapore sia o
sia stata di recente al centro di conflitti armati. Tomi dice “Non
lo so”, ma mi informa che tutte le case di Singapore ne hanno uno,
anche se probabilmente finisce sempre per essere usato come
sgabuzzino.
Singapore è Disneyland con la pena di
morte. Così almeno la descrive il giornalista William Gibson. Di
sicuro è la città più moderna e funzionale che abbia mai visto:
architettura dalle forme improbabili, slanciate verso l'alto;
trasporti pubblici veloci e puntuali che coprono tutto il territorio;
immensi centri commerciali nei quali è più facile perdersi e
prendersi una polmonite che trovare quello che si cerca. Singapore è
il luogo in cui si può aprire una società in dieci minuti, ma è
anche il luogo in cui puoi ritrovarti completamente nudo, piegato a
novanta gradi e legato ad un trespolo, pronto per la fustigazione.
Per reati quali furto, stupro e traffico di droga, ma, a discrezione
delle autorità, anche per le infrazioni del codice della strada. E
poi, sì: c'è la pena di morte.
È una città multiculturale, in cui
vivono fianco a fianco (ma ciascuno nel suo quartiere) persone di
origine cinese, malese, indiana... Tutti sono cittadini di Singapore,
e spesso comunicano tra loro in inglese. Ci sono anche molti
occidentali, attirati dalle opportunità che questa Disneyland offre.
Benché conti oltre cinque milioni di
abitanti, (quasi un milione in più dell'intera Nuova Zelanda!), il
traffico sembra sostenibile. Tomi mi spiegherà il perché: non basta
possedere una macchina e una patente per poter circolare: è
necessario comprare una – costosissima – licenza. Ecco spiegato
perché in giro, a parte i taxi e i motorini, si vedano quasi solo
auto di lusso.
La città è molto pulita e non ricordo
di essere entrato in un bagno pubblico senza inciampare nell'addetto
alle pulizie intento nel suo lavoro. È ancora Tomi a suggerire una
possibile spiegazione: qui la legge non prevede alcun salario minimo,
quindi bisogna darsi da fare per sbarcare il lunario.
A Singapore rimaniamo sei giorni, e
sono abbastanza. Il nostro fedele compagno è il caldo, che qui a due
passi dall'equatore incolla i vestiti alla pelle e rende faticosi
anche i pensieri. A complicare le cose ci si mette l'aria
condizionata, che ci investe sulla soglia di ogni edificio o mezzo di
trasporto gelandoci addosso il sudore. Per poi ripiombare sotto un
caldo pesante come un macigno, e così via.
Teniamo un ritmo rilassato, direi
vacanziero. Ci svegliamo tardi e usciamo per fare un giro da qualche
parte: un giorno al Museo delle Civiltà Asiatiche, un altro lungo il
Singapore River. Poi una visita a China Town, una a Little India...
Il quinto giorno prendiamo un autobus a
caso e arriviamo fino al capolinea, decisi a vedere coi nostri occhi
i luoghi in cui vive la gente normale (quella che dopo aver curato i
giardini dei ricchi e pulito i cessi dei centri commerciali del
centro torna a casa a far da mangiare). Fuori dal centro la città
cambia faccia, ma non di molto. I grattacieli avveniristici lasciano
il posto ad altrettanto alti palazzoni dai balconi tutti uguali, coi
loro panni stesi come bandiere alle aste che sporgono dalle finestre.
Sono immensi formicai di cemento, ma almeno dall'esterno non c'è
traccia di degrado: non c'è spazzatura in giro, gli intonaci sono
intatti e la poca erba tagliata di fresco. Accanto ad un palazzo un
cartello dice “Allerta crimine”. Leggendo oltre, si capisce che
fa riferimento ad un'attività di prestiti non autorizzata segnalata
in quella zona in un determinato periodo di tempo.
L'ultimo giorno è un sabato. Con Tomi
e Tei andiamo a Wetland, un parco naturale in cui avvistiamo
lucertole giganti, coccodrilli, lontre e un orribile serpente.
Assistiamo anche alla scena di alcuni ragazzi cinesi che, camminando
in infradito, mentre cercano di avvistare una lucertola nel fiume che
gli scorre accanto, quasi inciampano in un'altra lucertola, ben più
grande, che se ne sta tranquilla a scaldarsi in mezzo al sentiero.
Quando se ne accorgono fanno un salto all'indietro.
Ripartiamo la domenica mattina con un
autobus diretto a Kuala Lumpur, Malesia. E sono sei ore di maledetta
aria condizionata.
To set the records straight, according to the
RispondiEliminaWikipedia, the ultimate authority of truth, Singapore dimesions are 49km x 25km
http://en.wikipedia.org/wiki/Geography_of_Singapore
with best regards,
Topolino
Thank you Tomi Topolino,
EliminaI hope to see you again and soon!
We will be in Krabi (Thailand) from tomorrow to Monday. --tei
EliminaNooo, we've just arrived in Bangkok! We'll stay here 'till Monday.
EliminaJust yesterday we were in Phatthalung, doubtful whether to stop around Krabi and spend some days at the sea or go straight away to the Capital... And here we are.
Damn! Our next trip will be to Helsinki and Berlin in late July, early August, but you may not yet be there then? Enjoy your travels, and be safe!
EliminaMaybe, maybe not... We should be in Finland in September, but you know, sometimes plans change while traveling. Enjoy Thailand, we will do the same a few Km away. (What a pity!) See you somewhere!
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